La provincia di Daraa, scenario di morte e fuga

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Almeno 50 mila sfollati secondo l'ONU si sono ammassati sulla frontiera con la Giordania che ha chiuso le porte, non volendo più accogliere altri profughi siriani

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Nel mirino di massicci bomabrdamenti diverse cittadine e villaggi della Siria sudoccidentale si sono arresi alle forze lealiste.

La televisione di stato siriana ha trasmesso le manifestazioni di giubilo della gente della città di Dale, nella provincia di Daraa, che hanno festeggiato il ritorno del governo di Damasco.

I ribelli avevano incontrato i negoziatori russi per trattare la resa ma le condizioni poste dalla Russia agli insorti di Daraa e Qunaytra, al confine rispettivamente con la Giordania e le Alture del Golan, erano da ritenersi "inaccettabili" per le forze delle opposizione.

Secondo le fonti i russi hanno chiesto ai ribelli di arrendersi e consegnare tutte le armi, oltre che cedere il controllo del valico di Nassib con la Giordania. Da qui la repentina ripresa dei bombardamenti.

L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) afferma che, negli ultimi 11 giorni di offensiva lealista, 116 civili tra cui minori e donne sono stati uccisi. L'Onu riferisce della presenza di almeno 50mila sfollati ammassati sul Golan e vicino alla frontiera con la Giordania, che non intende riaprire le porte ai siriani in fuga.

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