Spagna: al via il processo sui "neonati rubati" durante il franchismo

Spagna: al via il processo sui "neonati rubati" durante il franchismo
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Di Cinzia Rizzi
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Imputato è un ex ginecologo di Madrid, accusato di aver sottratto una neonata alla madre biologica nel '69, per affidarla a una coppia sterile

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Si è aperto a Madrid il primo processo della storia sui cosiddetti neonati rubati del franchismo. Sono passati ormai anni da quando scoppiò lo scandalo, che potrebbe riguardare decine di migliaia di neonati, sottratti alle madri biologiche e affidati ad altre famiglie, tra il 1939 e il 1975. Tante le donne accorse alla corte di giustizia per far sentire la propria voce.

Le manifestanti che chiedono "Justicia!"

"A me sottrassero una bambina all'ospedale 'Virgen del Rocío', nata il 23 maggio del '77", spiega una delle manifestanti.

"Cerco mia sorella, nata il 20 settembre del '66, all'ospedale 'de las Cinco Llagas' ", dichiara un'altra donna. "Non abbiamo mai pensato che fosse morta. Non c'è certificato di nascita, né di morte e neanche il nome del dottore che fece partorire mia madre".

La storia dei "neonati rubati"

Sul banco degli imputati c'è Eduardo Vela, ex direttore di una clinica madrilena. L'uomo è accusato di essere l'organizzatore, insieme a una monaca - oggi deceduta -, di una rete di rapimenti di neonati, durante la dittatura franchista. A denunciare l'85enne, Inés Madrigal - 49 anni oggi - , che nel 2010 scoprì dalla madre adottiva di essere stata stata separata dalla madre naturale alla nascita, nel 1969.

Il dottor Vela

Il dottor Vela falsificò il suo certificato, per poterla dare in affidamento a una coppia sterile. Nel 2013 l'ex ginecologo, che rischia 11 anni di carcere, confessò di aver firmato senza guardare la cartella clinica, ma davanti alla corte questo martedì ha negato tutto, dichiarando di non ricordare più nulla. Bugie che, le persone fuori dal tribunale, non tollerano più. Chiedono "giustizia", per tutti quei neonati rubati e per le loro famiglie a cui è stato negato di vederli crescere.

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