In 16mila hanno sfilato nella capitale francese, per la terza mobilitazione generale dei lavoratori del settore pubblico contro il governo Macron
Una nuova giornata di scioperi, manifestazioni e scontri di piazza è tornata a paralizzare la Francia. Si tratta della terza giornata di protesta dei lavoratori del settore pubblico da quando il presidente Emmanuel Macron è stato eletto.Secondo una prima stima, al corteo di Parigi avrebbero partecipato circa 16.500 manifestanti: anche stavolta, tafferugli, cariche di polizia e lanci di lacrimogeni si sono registrati dalle parti di Boulevard de la Bastille, dove sono poi scattati diversi fermi tra i manifestanti.
Ad essere contestato - negli almeno 140 cortei che hanno avuto luogo in altrettante città francesi - è ancora il progetto di riforma del settore pubblico, che prevede il taglio - annunciato in campagna elettorale - di oltre 120mila posti di lavoro.
"Qui ormai c'è una situazione per cui, se hai i mezzi puoi ricoverarti in un'ospedale con degli standard decenti, ma se non puoi permettertelo rischi di finire per strada" spiega Philippe Martinez, sindacalista della Confédération générale du travail, la più grande delle confederazioni sindacali del paese.
In Francia sono quasi sei milioni gli impiegati nel settore pubblico, tra istruzione, amministrazioni, trasporti e sanità. In quest'ultimo settore, in particolare, in molti lamentano la flessione nel personale registrata con la progressiva privatizzazione nel settore.
"Mai, prima d'ora, avevamo visto persone arrivare in lacrime nei nostri uffici, chiedendoci come lasciare all'istante il lavoro" spiega Jean Martin, anestesista e delegato sindacale nell'Ospedale di Villeneuve Saint-George- "Soltanto pochi giorni fa, un'infermiera e una badante, che lavorano sui turni di notte, ci hanno chiesto di andar via seduta stante. Non ne potevano più, e il loro non è affatto un caso isolato: da quando i servizi pubblici sono stati privatizzati, ¨è cosî che va".
L'ondata di scioperi. iniziata lo scorso marzo, ha paralizzato soprattutto il settore dei trasporti, con un fitto calendario che, secondo i sindacati, proseguirà a oltranza fin quando le istanze dei lavoratori del settore, che rischiano di perdere una grossa parte dei diritti acquisiti, non verranno ascoltate. Secondo gli operatori del turismo, i disagi ai viaggiatori starebbero avendo conseguenenze nefaste sul comparto, con una perdita stimata in 100 milioni di euro per ogni giorno di sciopero e l'occupazione calata del 10 per cento nelle agenzie di viaggi