L'ayatollah Khatami minaccia Tel Aviv e Haifa, lo Stato Ebraico risponde: "noi non vogliamo tensioni, voi siete venuti qui"
"La Siria ha tutto il diritto di difendersi". Questo è quanto dichiarato dal portavoce del Ministro degli Esteri iraniano, Bahram Qasemi, in merito ai bombardamenti israeliani nella notte tra mercoledì e giovedì su alcune basi militari siriane, effettuati - secondo Teheran - sulla base di "pretesti infondati".
A questo si aggiungono le durissime parole dell'ayatollah Ahmad Khatami, membro dell'Assemblea degli Esperti, che durante la preghiera del venerdì ha detto ai fedeli: "Rafforzeremo le nostre capacità missilistiche. Israele sappia che se agirà in modo stupido, Tel Aviv e Haifa verranno completamente distrutte".
Il Presidente iraniano Hassan Rohani ha provato ad stemperare i toni. In una conversazione telefonica con la cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto sapere che il suo Paese non vuole nuove tensioni in Medio Oriente.
"Questo è un messaggio importante e spero sia vero, che non siano solo parole", ha dichiarato il Ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, sulle parole del Capo di Stato iraniano. "Non vogliamo frizioni o scontri con nessuno. Non siamo andati al confine con l'Iran, sono loro che sono venuti qui".
Lieberman si riferisce alle Alture del Golan, al confine tra Israele e Siria, dove si trovano postazioni israeliane e contro le quali la forza Al-Quds di Teheran ha lanciato 20 razzi, scatenando poi la risposta dello Stato Ebraico.