Con l'annuncio imminente degli Stati Uniti, che riveleranno con 5 giorni d'anticipo se intendano lasciare l'intesa con l'Iran, sarà presto chiaro quale effetto abbiano sortito i ripetuti appelli da parte di Francia, inghilterra e Germania
Diverrà presto chiaro se hanno sortito qualche effetto i ripetuti appelli che il ministro degli esteri Boris Johnson ha rivolto a presidente statunitense Donald Trump, per convincerlo a non ritirarsi dal'accordo sul nucleare con l'Iran.
In un tweet, Trump ha annunciato che la decisione verrà resa nota oggi, con 5 giorni d'anticipo rispetto alla data stabilita. Nelle 24 ore precedenti, Johnson aveva cercato di far pressione su Trump attracerso le tv e i giornali. "L'accordo attuale permette all'Irai di procedere con i programmi di arricchimento dell'uranio - ha sottolineato - il che potrebbe consentirgli di dotarsi di un'arma nucleare senza la deterrenza delle sanzioni: bisognerà trovare un modo per correggere il tiro su questo aspetto, sul quale bene ha fatto Trump a richiamare l'attenzione. Ma abbandonare l'accordo per questo significherebbe buttare via il bambino con l'acqua sporca".
Negli stessi giorni, un pressing serrato per non abbandonare l'intesa è arrivato anche dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Ma ad oggi Donald Trump continua a definire "una follia" l'accordo sottoscritto nel 2015, perchè avrebbe allegerito la pressione sanzionatoria sull'Iran senza porre vere limitazioni sul suo programma per la crostruzione di missili balistici.
Secondo indiscrezioni dallo staff di Trump, comunque, il pressing dall'europa sembra abbia alleviato le preoccupazioni del presidente.. ora, resta solo da vedere quanto