Il piccolo Alfie ostaggio della scienza e dei tribunali britannici

Il piccolo Alfie ostaggio della scienza e dei tribunali britannici
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Di Paolo Alberto Valenti
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Al di là di qualunque polemica sul fine vita l’insieme della società ufficiale britannica dimostra una ostinazione ideologica priva ormai di qualunque fondamento

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Nel Merseyside (Gran Bretagna) il giovane padre Tom Evans, insieme alla moglie, cerca di smarcarsi dalla scienza e dalla giustizia del suo Paese per far vivere ancora il figlioletto Alfie di 23 mesi, colpito da una malattia neurologica incurabile. 

Alfie è ricoverato da molto tempo presso l'Alder Hey Children's Hospital di Liverpool dove, visibilmente impotente, la scienza si è arresa e su istanza del tribunale ha sospeso la ventilazione del corpicino di Evans nella notte fra il 23 e il 24 aprile. Ma il bambino ha continuato a vivere per ore tanto da costringere i sanitari a riprendere l’erogazione di ossigeno e l’idratazione. Di rimbalzo ha dovuto reagire anche la giustizia britannica, riaprendo il caso sul quale aveva già confermato la condanna a morte semplicemente estratta dalla prognosi clinica.

Ma i genitori di Alfie non si danno per vinti. Giovanissimi, lei anglicana, lui cattolico, di estrazione operaia, già più volte umiliati dai medici e considerati degli "illusi", quasi dei "fanatici", dal giudice Anthony Hayden che ha trattato il caso. La sua iniziale sentenza aveva sorprendentemente incluso anche un passo del messaggio sul fine vita indirizzato da papa Francesco a monsignor Vincenzo Paglia nel novembre 2017.

Nelle ultime ore intanto la giustizia britannica ha dato mandato all'Alder Hey Children's Hospital di decidere se e come dimettere Alfie che su impulso del Governo Italiano ha anche la nazionalità italiana. I genitori vogliono portarlo all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che ha pronti una equipe medica e un aereo dell’Aeronautica Militare Italiana dedicato alla missione.

Ma l’Alder Hey Children's Hospital si rifiuta di dimetterlo prima di "tre o cinque giorni di discussioni approfondite" e allude all’impossibilità di dare un nulla osta per un eventuale successivo volo a Roma del bambino.

Al di là di qualunque polemica sul fine vita l’insieme della società ufficiale britannica dimostra una ostinazione ideologica priva ormai di qualunque fondamento (cambia qualcosa se il bambino muore in Gran Bretagna, in volo per Roma o a Roma?).

Ai condannati a morte di qualunque età veniva concesso un ultimo desiderio. La morte di Alfie ucciderà per sempre qualcosa che è appartenuta a questi sfortunati genitori ma a loro l’ultima volontà viene negata.

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