Argentina: il dibattito sul diritto all'aborto divide il paese

Argentina: il dibattito sul diritto all'aborto divide il paese
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Di Giorgia Orlandi
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La storia di Natalia Rodas, che è dovuta ricorrere all'interruzione di gravidanza clandestina. Come lei sono migliaia le donne che hanno ricorso alla pratica illegale, rischiando di morire. Una proposta di legge a favore dell'aborto, sarà votata a giugno nel paese

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Natalia Rodas è una delle migliaia di donne argentine che è dovuta riccorere all'aborto clandestino, rischiando di morire. Dopo il Cile che la scorsa estate ha di fatto depenalizzato l'aborto, anche in Argentina si è aperto il dibattito da tempo sceso nelle piazze. A giugno verrà votata una proposta di legge per legalizzare la pratica. Serviranno almeno 129 voti della camera bassa perchè il prevvedimento possa passare al senato. Un passo necessario come racconta Natalia:

Se qualcosa va male, chi chiamo?a chi mi rivolgo? Si muore e basta. Quindi se l'aborto è legale abbiamo la possibilità di decidere, se le autorità mi denunciano e vengo condannata, qual'è il senso ? alla fine sto facendo qualcosa sul mio stesso corpo che è mio io ne sono responsabile.

L'interruzione di gravidanza in Argentina, oggi è consentita solo nei casi di violenza sessuale o quando la vita della partoriente è a rischio, la società civile e soprattutto le donne che hanno partecipato ai recenti cortei stanno cercando di cambiare la sensibilità dell'opinione pubblica.

Il Presidente Macri è contrario all'aborto ma nel caso la legge venga approvata ha detto che non si opporrà. L'influenza della Chiesa cattolica è ancora molto forte nel paese. In una missiva inviata al popolo argentino dal connazionale Papa Bergoglio lo scorso 16 marzo, il Pontefice ha fatto appello alla difesa della vita. Eppure negli ultimi anni l'Argentina è tra i paesi sudamericani che ha fatto più progressi . Nel 2010 è stato il primo in America Latina a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

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