La comunità internazionale accusa Aung San Suu Kyi

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Di Alberto De Filippis
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La leader del Myanmar sempre piû sola per non riconoscere il dramma della minoranza Rohingya

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In Myanmar, Aung San Suu Kyi sembra rimasta sola. Si sfalda, sotto il peso delle violazioni dei diritti umani contro la minoranza Rohingya, anche il comitato internazionale che avrebbe dovuto discutere del problema. L'ex governatore del new Mexico Bill Richardson, spiega perché non vuol più far parte di questa entità: "la San Suu Kyi dà la colpa dei problemi ai media internnazionali, alla comunità internazionale e all'Onu, ma non guarda in casa propria. Questo comitato non ha un'agenda, non ha un piano, né un progetto niente che si occupi di sicurezza o diritto alla cittadinanza. non voglio essere parte di questa commedia, per questo rassegno immediatamente le dimissioni".

La San Suu Kyy non ha mai preso le distanze dalle violenze e ha anzi affermato che sono spesso stati i Rohyngia ad avere imbracciato le armi per primi. I rapporti internazionali invece, hanno inchiodato alle proprie responsabilità il Myanmar che discriminerebbe questa minoranza.

Sul terreno le organizzazioni come l'Unicef parlano di catastrofe umanitaria. Il vicedirettore esecutivo afferma: "Questa gente vorrebbe tornare a casa, ma non possono fino a quando la situazione non migliora. Hanno bisogno di sicurezze e di poter tornare con dignità alle proprie case. Hanno bisogno di un aiuto umanitario che al momento organizzazioni come Unicef non possono fornirgli".

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