Catalogna: il voto della verità

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Catalogna: il voto della verità

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Con l'ex presidente in esilio a Bruxelles e altri leader agli arresti, il fronte indipendentista catalano cerca la rivincita contro Madrid.

L'ex Junts pel Sì si presenta diviso, in parte anche per un calcolo elettorale.

La nuova dinamica riflette la grande crescita di Esquerra Republicana, divenuto - dopo l'arresto del suo leader Oriol Junqueras - il socio di maggioranza della coalizione di governo uscente, alla quale i sondaggi danno quasi tutti la maggioranza relativa dei seggi.

In calo tra gli indipendentisti la sinistra radicale di Unità popolare che potrebbe dimezzare il numero di seggi.

Al di là dei nuovi equilibri interni, i sondaggi offrono un panorama sostanzialmente non molto diverso da quello delle passate elezioni, con gli indipendentisti verso la maggioranza parlamentare, ma sotto quella dei voti.

Il ruolo dell'outsider è affidato a Ines Arrimadas, candidata di Ciudadanos che secondo i sondaggi dovrebbe arrivare primo fra i partiti unionisti e lanciare da Barcellona la sfida nazionale al Partido Popular.

Propongono una terza via i socialisti e le varie emanazioni regionali di Podemos. Il leader socialista Miquel Iceta si propone come l'uomo del compromesso nel caso di una mancata maggioranza indipendentista.

Em Comu' Podem, la componente catalana di Podemos, partito della sindaca di Barcellona, Ada Colau, non dovrebbe superare l'8% schiacciato dall'atteggiamento ambiguo nello scontro tra Madrid e Barcellona sull'indipendenza.

Tagliato fuori in partenza dalla corsa per la presidenza, il Parito Popolare del premier Mariano Rajoy rischia di ridursi a una presenza poco più che simbolica nel parlamento catalano. I sondaggi lo danno attorno al 5% delle preferenze

A mescolare le carte però potrebbe intervenire la partecipazione al voto, che viene stimata attorno all'80%, anche perché un quarto degli elettori si dichiara ancora indeciso sul recarsi alle urne e, nel caso, per chi votare.

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