In Ucraina la corruzione è dura a morire

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Malgrado i progressi, le difficoltà restano. E insieme a giornalisti e ONG, anche i responsabili incaricati di debellarla denunciano: "La politica è contro di noi"

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La rivoluzione passa, Maidan resta. E con la piazza simbolo del sollevamento che nel 2014 ha spazzato via il potere di Janukovich, in Ucraina resta anche il cancro della corruzione. Malgrado i progressi riconosciuti a Kiev anche da organizzazioni internazionali indipendenti, la classifica di Transparency International sulla percezione della corruzione la colloca nel 2016 solo al 131° posto su 176 paesi esaminati, dopo Sierra Leone e Azerbaijan. A pesare, secondo gli autori del rapporto, soprattutto la cosiddetta "grande corruzione", quella che riguarda cioè alti funzionari e amministratori. 

Cambiare tutto, perché nulla cambi. "Le etichette evolvono, modi e obiettivi restano"

"L'elite politica di oggi è una continuazione di quella del passato - dice Vitaly Sabunin, Presidente della ONG Anti-Corruption Action Centre -. Lo stesso Poroshenko era non a caso già ministro sotto Yanukovich. Si tratta quindi sempre della stessa gente, che da allora ha solo cambiato casacca. Modo di pensare e obiettivi politici restano però gli stessi". 

L'Ufficio nazionale per la lotta alla corruzione: "Più miriamo in alto, più ci mettono i bastoni fra le ruote"

Nel 2005 l'Ucraina ha creato il NABU, l'ufficio nazionale per la lotta alla corruzione. Al pari di giornalisti e ONG che indagano sullo stesso tema, le difficoltà che denuncia tradiscono però un persistente ostruzionismo da parte della politica. "Da molto tempo siamo ormai vittime di una ripetuta serie di attacchi - denuncia il direttore, Artem Sytnyk -. Si tratta di uno schema ricorrente. Poco a poco, il livello dello scontro si sta alzando. E questo dipende dal fatto che sempre di più indaghiamo su personalità in grado di mobilitare media, strumenti o poteri forti contro di noi". 

Washington sta con l'Ufficio anti-corruzione. La bacchettata che ha messo in imbarazzo Kiev

La bacchettata a Kiev del Segretario di stato americano Rex Tillerson, che a dicembre ha sostenuto le autorità anti-corruzione, ha poi regalato una dimensione internazionale al loro braccio di ferro con il potere politico. Detrattori come l'avvocato Andriy Domansky lo accusano di sistematico insabbiamento, soprattutto a favore dei poteri forti. "Veniamo al corrente di casi di corruzione anche di grandissima rilevanza e portata - dice -. Una volta trovati e denunciati, ai responsabili non viene però poi imputato nulla". Un trend che il NABU spera di invertire con la recente incriminazione di Roman Nasirov, ex numero uno dei servizi fiscali, sospettato di aver partecipato a un'evasione fiscale da oltre 60 milioni di euro. 

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