Cisgiordania: scioperi, scontri e feriti

Cisgiordania: scioperi, scontri e feriti
Di Cristiano Tassinari
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Prime reazioni palestinesi alla decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele: scontri tra dimostranti e polizia a Betlemme, Hebron e Ramallah. Sciopero in tutte le città della West Bank: chiusi negozi e scuole.

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Primi disordini, scontri e feriti tra forze israeliane e manifestanti in Cisgiordania, in particolare a Betlemme, Hebron e Ramallah, dopo la decisione del presidente americano Donald Trump di trasferire l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, di fatto riconoscendola come capitale di Israele. Ci sono feriti da pallottole di gomme e intossicati da gas. La reazione dei palestinesi non si è fatta attendere, anche in modo pacifico; a Betlemme, fazioni laiche e islamiste hanno organizzato per questo giovedi uno sciopero generale. Scuole e negozi chiusi, in tutte le città della Cisgiordania.

A Betlemme, nella centralissima Manger Street, di solito strapiena prima del Natale, non c' nessuno, tutto chiuso. A Gaza compaiono striscioni contro Trump e Netanyahu.

La protesta arriva anche a Gerusalemme. Lucchetti ai negozi e alle attività commerciali anche nella città vecchia.

Dopo l'appello di Hamas, si teme una nuova IntIfada.

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