Suicidio al Tribunale dell'Aja

Suicidio al Tribunale dell'Aja
Diritti d'autore 
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

L'ex generale croato-bosniaco Praljak beve un veleno. L'inchiesta dirà come gli sia stato possibile farlo entrare in aula

PUBBLICITÀ

Il giudice aveva appena pronunciato la conferma della sentenza a vent'anni quando l'ex generale croato-bosniaco Slobodan Praljak dice:

Vostro onore, Slobodan Praljak non è un criminale di guerra la sua sentenza è disgustosa! Detto questo l'imputato beve un liquido marrone. Fra la sorpresa generale la seduta è tolta, gli avvocati della difesa corrono, il condannato viene trasferito in ospedale dove poco dopo decede.

È successo di tutto al Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia, ma è la prima volta che un imputato si suicida davanti ai giudici dell'Aja.

L'ex militare era alla sbarra insieme ad altri cinque ex dirigenti croato-bosniaci implicati nel conflitto del 1993-94, uno dei capitoli in cui si è suddivisa la guerra in Bosnia. Fra loro l'ex leader politico dei croati di Bosnia Jadranko Prlic e il suo ex ministro della difesa Valentin Coric.

In Croazia era ritenuto un eroe 

L'inchiesta dirà come sia stato possibile per l'imputato entrare nell'aula con in tasca una bottiglietta contenente il veleno, di cui, per ora non si conosce la natura. Sarà l'autopsia a stabilirlo,

La morte di Praljak ha suscitato grande emozione in Croazia, dove è ritenuto un eroe. La presidente croata Kolinda Grabar-Kitarović ha interrotto un viaggio ufficiale in Islanda, mentre per il premier croato Andrej Plenkovic la sorte dell'imputato dimostra l'ingiustizia morale della sentenza.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Bosnia Erzegovina: reazioni al suicidio in diretta dell'ex generale

Maltempo: neve e disagi in molti Paesi europei, rischio grandine in Centro Italia

Elezioni in Croazia: vincono i conservatori, rebus per il nuovo governo