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Lotta alle mafie: a Milano alloggio per 70 persone in una casa confiscata alla criminalità organizzata

Lotta alle mafie: a Milano alloggio per 70 persone in una casa confiscata alla criminalità organizzata
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Di Elena Cavallone
Pubblicato il
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Accoglierà prevalentemente donne migranti vittime di violenza

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Da covo della mafia a luogo di accoglienza. Casa Chiaravalle a Milano, 1200 metri quadrati e otto ettari di terreno, è il più grande bene confiscato alla criminalità organizzata nel territorio lombardo. Da marzo sarà un alloggio per chi ha bisogno: italiani, migranti ma soprattutto donne vittime di violenza. La visita alla struttura da parte del ministro della giustizia Orlando giovedì segna il riscatto del territorio sulla mafia. 

A raccontarci il progetto è Silvia Bartellini, la responsabile di passepartout, l'associazione a cui il comune di Milano ha affidato il complesso abitativo.

"Verranno accolte accolte 70 persone, alcuni gruppi familiari e individui, prevalentemente donne. Stiamo parlando di donne migranti che cominciano a denunciare le violenze subite durane il viaggio verso l’Europa. Ci sarà una zona collettiva, delle camere da 2 a sei persone e una cucina dove mangiare tutti insieme. Vogliamo che questo sia un luogo aperto, il nostro obiettivo è quello di restituire un bene confiscato in qualche modo alla collettività e ci sembra una sfida culturale molto interessante.”

Nel capoluogo Lombardo alla criminalità organizzata sono stati confiscati 177 beni, di cui 157 destinati alle politiche sociali. Anche qui la mafia si intreccia con economia e politica. Non è un caso che proprio a Milano venerdì si siano conclusi gli Stati generali della lotta alle Mafie, un'occasione per discutere di nuove strategie per far fronte alla minaccia. "Immaginare la rinascita di un bene confiscato alla mafia fa pensare alla vittoria dello Stato - ha affermato il ministro Orlando nel suo intervento-. Ma la mafia non ha perso, paradossalmente il nostro nemico è soggetto di innovazione, dinamico e capace di adattarsi ai cambiamenti della società". 

Una chiamata alla responsabilità per agire in primis sul territorio, quindi, per fabbricare degli anticorpi che proteggano le imprese i partiti e le istituzioni dall'infezione mafiosa.

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