Il conservatore vuole da anni cambiare l'art.9 della Costituzione, che prevede la rinuncia alla guerra. Ora potrebbe farlo
Shinzo Abe potrebbe finalmente realizzare il suo sogno. Il primo ministro giapponese, trionfatore alle elezioni di domenica 22 ottobre, ha ottenuto la maggioranza dei due terzi dei seggi, necessaria per poter cambiare la Costituzione.
L’obiettivo del conservatore è chiaro: modificare l’art. 9 dell’attuale carta – adottata nel ’46, dopo il Secondo conflitto mondiale – che prevede la rinuncia alla guerra, per volere degli Stati Uniti. Al popolo nipponico questa politica di pace piacque sin da subito. Era impossibile d’altronde dimenticare i tre milioni di morti nel conflitto e le bombe nucleari di Hiroshima e Nagasaki.
Abe, però, non è mai stato un accanito sostenitore dell’articolo, poiché mina l’idea sua e di una parte dell’elite giapponese di ‘‘Paese normale’‘, avente il diritto di mandare le truppe a combattere all’estero. Qualcosa che è tornato fortemente d’attualità, con le minacce bellicose della Corea del Nord. Se Kim Jong-Un decidesse infatti di attaccare Guam, gli Stati Uniti si ritroverebbero da soli, perché le forze di autodifesa nipponiche al momento non potrebbero venire in soccorso dell’alleato.
Ottenuti i due terzi dei seggi in parlamento, la strada resta però tutt’altro che in discesa. Non sarà facile, una volta riformata la costituzione, vincere il referendum in un Paese dove ormai ci si è ampiamente abituati alla pace.