Le Forze Democratiche Siriane hanno celebrato la riconquista di Raqqa con lo stesso "stunt" del mezzo cingolato Isis di tre anni prima: un cerchio disegnato in derapata
I luoghi simbolo della città siriana di Raqqa sono diventati loro malgrado simboli dell’orrore negli anni dell’autoproclamato Califfato: la piazza in cui venivano esposte le teste tagliate, lo stadio impiegato per imprigionare e torturare.
Ora Raqqa è ufficialmente liberata. Le Forze Democratiche Siriane, coalizione in seno alla quale spiccano le truppe curde, invade quel che resta della città e parla di ricostruzione.
La riconquista della città è stata festeggiata con lo stesso “stunt” del carrarmato Isis. La “tank donut”, ciambella a freno a mano tirato, è stata ripetuta dal contingente di liberazione nella stessa rotatoria Al-Naim dove il 29 giugno 2014 iniziava a sventolare la bandiera nera del califfato. La piazza in questi tre anni è stata sede di numerose e macabre esecuzioni.
Credit: Hawar Agency and Raqqa Media Center via storyful
Jihan Ahmed, portavoce delle Forze Democratiche Siriane: “Dopo aver messo in sicurezza tutte le aree, ricostruiremo Raqqa più bella di prima, dopo tutti i sacrifici fatti dai martiri, i martiri della libertà. Raqqa diventerà ancora più bella di quanto non fosse prima perchè i nostri sacrifici lo renderanno possibile”.
Ma la strada per tornare a una vita normale sarà lunga: le persone fuggite da Raqqa sono almeno 270.000 e tutte versano in condizioni di estrema necessità. Save the Children insiste sui traumi subiti dai bambini. Secondo l’Osservatorio Nazionale per i Diritti Umani in Siria almeno 1.300 civili sono morti durante la campagna per liberare la città dai militanti dell’Isis.