L'esercito filippino parla di "ultime battute" per riconquistare la città in mano all'ISIL. Annunciata anche la morte di un leader jihadista
Trappole, cecchini e bambini armati: è “resistenza all’ultimo sangue”
A rallentare l’avanzata delle forze regolari ci sono cecchini, trappole e raffiche di mitra sparate da donne e bambini, ma la battaglia per la riconquista di Marawi, la città filippina in mano ai jidahisti dell’ISIL dallo scorso maggio, sembra essere alle battute finali. > PHILIPPINES: Women And Children Taking Up Arms For Isis In Marawi, Philippine Army Says https://t.co/paIfnGMtYYpic.twitter.com/WSaAZVB329
— RiskMap (@riskmap_) September 4, 2017
Siamo alle battute finale. Il ritorno degli sfollati forse già nelle prossime settimane”
L’annuncio proviene dai comandi locali dello stesso esercito di Manila, che parla di combattimenti ormai circoscritti a una limitata area della città vecchia e non esclude un ritorno degli sfollati già dalle prossime settimane.
Fra le 400.000 e le 600.000, secondo recenti conteggi di Azione contro la fame, le persone in fuga dall’inizio dell’occupazione jihadista, che si stima abbia fatto oltre 800 morti. > VIDEO: AFP: Abdullah Maute, posibleng napatay sa air strike sa Marawi City https://t.co/BU1dSS2y8kpic.twitter.com/N8G4q7B6Hb
— Quick Response Team (@gmanewstvQRT) September 4, 2017
Annunciata la morte di Abdullah Maute, il leader jihadista che firmò l’assedio
Nelle stesse ore le Forze Armate filippine hanno anche annunciato la morte di Abdullah Maute, leader e co-fondatore della cellula locale dell’ISIL, che lo scorso 23 maggio entrò a Marawi, dando il via all’assedio alla città, a prevalenza musulmana, situata nell’isola meridionale di Mindanao. In base alle informazioni, raccolte tramite la stessa rete jihadista, sembra che Maute sia rimasto ucciso ad agosto in un attacco aereo dell’aviazione regolare. I responsabili dell’esercito che ne hanno dato notizia si sono tuttavia ancora riservati di fornire prove che confermino l’annuncio.