Iraq: distrutta la grande moschea di Mosul

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Di Andrea Neri
Iraq: distrutta la grande moschea di Mosul

Restano poche macerie e molta polvere della Grande Moschea al-Nuri di Mosul, il cui minareto era il simbolo stesso della città irachena e, più recentemente, dell’autoproclamato Stato Islamico. È proprio dall’interno della Grande Moschea di Mosul che 3 anni fa il leader dell’Isis, Abu Bakr Al-Baghdadi, rivendicò la nascita del Califfato in Siria e in Iraq.

Gli strumenti della propaganda dell’Isis hanno attribuito la distruzione della moschea ad un bombardamento statunitense. Ma tanto i vertici della coalizione a guida americana quanto l’esercito iracheno, i cui reparti anti-terrorismo si trovavano ad appena 50 metri dal minareto al momento dell’esplosione, affermano invece che la moschea è stata distrutta dall’Isis.

Il Maggiore britannico Rupert Jones, Vice comandante della coalizione internazionale che conduce la campagna militare contro l’Isis: “L’Isis è un nemico privo d’umanità, è un nemico senza rispetto per nessuno, più che felice di massacrare civili in gran numero. Direi che è il segno, l’evidenza di un’organizzazione che sta fallendo. Sono disperati e fanno sempre più ricorso a metodi disperati. Sanno bene che la loro fine s’avvicina” afferma.

Le forze irachene, appoggiate dalla coalizione, continuano la battaglia contro i militanti dell’autoproclamato Stato Islamico, nella zona Ovest di Mosul, roccaforte dell’Isis in Iraq. Nella città di Mosul restano ancora migliaia di civili, in balia della battaglia casa per casa tra gli jihadisti e le forze della coalizione.