Aveva 30 anni, Chrissy Archibald. È una delle sette vittime dell‘âttacco sul London bridge di sabato sera.
Dal Canada si era trasferita in Europa per sposare l’uomo tra le cui braccia è morta.
Chrissy era una giovane impegnata nel sociale, aiutava i senzatetto.
La famiglia ha voluto onorarne la memoria chiedendo a tutti di seguirne le orme,
“Rendete questo mondo un posto migliore”
Tra i feriti, 18 versano in condizioni molto gravi.
Quelle di Daniel migliorano, come dice la madre, che aggiunge:
“Attacchi assolutamente insensati. E queste persone dicono che lo stanno facendo in nome di dio, è uno scherzo o che cosa? Il primo comandamento è: tu non ucciderai e è condiviso da tutte le religioni. Se non fosse la religione, troverebbero altre giustificazioni. Sono insensibili, sono barbari e sono assolutamente vigliacchi “.
La zona dell’attacco è ancora off-limits e le indagini proseguono.
“La gente era assolutamente in panico, piangeva, cercava di ritrovare i propri familiari e amici.
C’era una donna accanto a me, avrà avuto una quarantina d’anni, singhiozzava e piangeva. L’ho abbracciata, rincuorata, mi ha detto che aveva visto alcune persone che erano state accoltellate”.
“L’altra notte quando avrebbero dovuto pregare , nel mese di Ramadan, erano invece qui a uccidere.
Non importa quale sia la loro situazione, le loro richieste, niente può giustificare questi gesti”.
Nella serata pomeriggio di oggi, indetta dal sindaco di Londra Sadiq Khan, si è tenuta una veglia per le vittime.