Il FMI cancella ogni impegno nella lotta al protezionismo

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Di Gioia Salvatori
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Nel segno di Trump, via dal documento finale del summit di primavera ogni riferimento anti-protezionismo

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Si fa sentire il peso degli Stati Uniti sul summit di primavera del Fondo Monetario Internazionale di Washington. Dal comunicato finale è stata cancellata la promessa di lottare contro il protezionismo – annunciato da Trump. Perché? Perché ufficialmente quello che oggi preoccupa il fondo, ha detto la direttrice Lagarde, sono “nuovi rischi geopolitici”: leggi l’esito delle elezioni francesi.

Christine Lagarde, direttrice del FMI ha domandato al segretario al Tesoro americano quando definisce giusto il libero commercio e come crede possa essere implementato. Steven Mnuchin, segretario al Tesoro americano, ha risposto: “Il presidente crede in reciproci piani commerciali e nel libero scambio. Ma non c‘è equità se il nostro mercato è aperto mentre altri mercati impongono tariffe alte all’ingresso, innalzano barriere, talvolta anche non economiche, che creano problemi unilaterali. Queste sono discussioni che stiamo avendo e penso che siano produttive”.

Il segretario al Tesoro americano ha anche detto che tutti i Paesi devono rispettare i loro impegni sui tassi di cambio, evitando svalutazioni competitive. Gli Stati Uniti sono il primo azionista del Fmi e unico Paese con diritto di veto.
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