Il caso di dj Fabo ha riaperto il dibattito e le polemiche sul testamento biologico.
Il caso di dj Fabo ha riaperto il dibattito e le polemiche sul testamento biologico. La legge sul fine vita è ferma in parlamento. Le ipotesi di eutanasia e di suicidio assistito non sono contemplate in nessuno progetto in esame. Questa vuoto normativo fa sì che sia un giudice a essere spesso chiamato in causa. Chi soffre cerca la morte, e la dignità, fuori dall’Italia, mentre i deputati continuano a dividersi
“È una vergogna l’ennesimo rinvio della discussione della legge sul biotestamento, mi vergogno di essere un cittadino di questo paese e un parlamentare”, dice Nicola Fratoianni, segretario del partito Sinistra Italiana.
“Lo Stato non può accettare e legalizzare il suicidio, né ci può essere il suicidio di Stato, noi credo che con forza e con chiarezza dovremmo capire che lo stato ha un compito che è quello di non lasciare solo chi si trova in queste condizioni”, spiega Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare.
Fabiano Antoniani, 40 anni, tetraplegico e non vedente da tre dopo un incidente stradale, voleva essere libero di poter lasciare un “inferno di dolore”. Lo ha fatto in Svizzera, senza l’aiuto, come aveva scritto, del suo Stato ma grazie a Marco Cappato. Il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni si è già autodenunciato per aiuto al suicidio. Se incriminato, rischia fino a 12 anni di carcere.