La piana di Ninive presso Mosul era un tempo una regione ricca dove coesistevano cristiani e musulmani. Adesso, dopo Daesh, non è rimasto più niente
I cristiani cominciano a tornare nella piana di Ninive dopo la liberazione dalle milizie diall’Isis delle zone attorno a Mosul, in Iraq settentrionale. Quello che però gli uomini in nero hanno lasciato dietro di sé è solo morte e distruzione.
Dice un’abitante del posto: “Siamo tornati, ma non c‘è nulla da ricostruire qui. Che cosa resta della città? La nostra meravigliosa città dove vivevamo felici… Adesso c‘è solo distruzione. Hanno distrutto tutto, tutte le case. La casa di mio zio è soltanto un cumulo di rovine”.
Nella zona semplicemente non ci sono più infrastrutture, corrente elettrica o strade. Fra i pochi elemti positivi il fatto che Emergency sia ritornata a Erbil riaprendo l’ospedale.
La regione era un esempio di coesistenza prima che Daesh arrivasse per distruggere tutto sul suo cammino. I jihadisti hanno lasciato le loro parole sulle saracinesche dei negozi ancora aperti. Adesso la gente cerca di ricoprire quei messaggi d’odio con vernice bianca.
Dice un’insegnante: “Le scritte si possono cancellare, ma dobbiamo ricostruire la società dal suo interno. Dobbiamo ricostruire il sentire morale e per fare questo ci vorranno generazioni
Molti jihadisti si sono formati nelle madrasse, le scuole coraniche che hanno creato generazioni di giovani combattenti estremamente radicalizzati che hanno reso queste terre un inferno durante il regno di Isis.
Per i credenti il fatto di poter di nuovo assistere a una funzione religosa anche se a Erbil è per molti un sollievo.