In mostra a Reggio Calabria i "quadri della ndrangheta"

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Questi quadri provengono tutti da una raccolta sequestrata dalla polizia a un imprenditore sospettato di appartenere a gruppi mafiosi calabresi.

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Questi quadri provengono tutti da una raccolta sequestrata dalla polizia a un imprenditore sospettato di appartenere a gruppi mafiosi calabresi. I quadri, molti dei quali hanno un alto valore commerciale sono ora confiscati e esposti al pubblico a cura della provincia di Reggio Calabria.

Siamo al Palazzo della Cultura di Reggio Calabria, che ospita l’esposizione permanente di più di cento quadri di celebri artisti: ci sono opere di Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Salvador Dalì, Domenico Purificato, Renato Guttuso Antonio Ligabue e molti altri.

E’ una collezione eclettica, e l’unico filo conduttore che lega le diverse opere è che tutte sono appartenute a Gioacchino Campolo, re delle slot machines condannato nel 2011 a 18 anni di carcere per associazione mafiosa. Comprando quadri celebri, Campolo provava a riciclare parte dei 330 milioni di euro del suo patrimonio, assicurandosi allo stesso momento un investimento solido nel tempo.

Nella Reggio Calabria asfissiata dalla ndrangheta, l’esposizione del Palazzo della Cultura è già divenuta un simbolo: al valore intrinseco delle opere si aggiunge quello puramente etico e sociale dell’“arte che torna arte”, sottratta ai potenti mafiosi e resa fruibile ai cittadini.

Per l’intera città di Reggio Calabria una soddisfazione, come sottolinea Eduardo Lamberti Castronuovo, assessore provinciale alla Cultura e alla Legalità:

“Questa zona qua è dedicata ai capolavori: Carrà, Mario Sironi, questo è molto bello, questo è Rosai… Con questi quadri faremo delle serate a tema… Questo è un Bonalumi… (…) Ma io sono particolarmente legato, vabbè a dalì e De Chiirico, non c‘è dubbio, ma questi due quadri di Ligabue a me fanno venire i brividi… “

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