Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Tentato golpe in Montenegro, Mosca si chiama fuori: "Noi, non c'entriamo"

Tentato golpe in Montenegro, Mosca si chiama fuori: "Noi, non c'entriamo"
Diritti d'autore 
Di Euronews
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto: Copy to clipboard Copied

Il governo russo nega di essere dietro una presunta trama per assassinare il premier montenegrino Milo Djukanovic.

PUBBLICITÀ

Il governo russo nega di essere dietro una presunta trama per assassinare il premier montenegrino Milo Djukanovic. A dirlo il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, parlando dell’indagine aperta dalla magistratura del Paese balcanico che ha affermato come un gruppo di nazionalisti russi avessero pianificato di uccidere Djukanovic lo scorso 16 ottobre per permettere a uno dei partiti di opposizione di prendere il potere.

“Continueremo a cooperare con la Russia perché in questa fase delle indagini abbiamo prove che alcuni dei leader di questa trama siano nazionlisti russi”. ha dichiarato Milivoje Katnic della taskforce montenegrina contro il crimine organizzato.

Almeno 500 persone avrebbero dovuto irrompere violentemente nel parlamento e alcuni cecchini avrebbero dovuto uccidere il premier.

20 sospetti, serbi e montengrini sono stati arrestati. 14 sono ancora sotto custoduia cautelare. Fra di loro ci sarebbero paramilitari che avrebbero combattuto per i ribelli prorussi nell’est dell’Ucraina. Il 54enne premier Djukanovic si mantiene dunque al potere nel piccolo stato adriatico, in cui governa pressoché ininterrottamente sin dal 1991.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Accordo sulla spiaggia iconica del Montenegro con azienda degli Emirati Arabi Uniti scatena proteste pubbliche

Montenegro: gli interrogativi sulle speranze di adesione all'Ue dopo l'arresto di un uomo d'affari

Montenegro: richieste le dimissioni dei ministri per le dodici vittime della sparatoria di Capodanno