"Siamo stati noi". L'ISIL rivendica l'attentato di Diyarbakir

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Di Diego Giuliani
"Siamo stati noi". L'ISIL rivendica l'attentato di Diyarbakir

Il sedicente Stato Islamico rivedica l’attacco suicida di Diyarbakir. Due giorni prima l’appello del leader Al-Baghdadi: “Colpite la Turchia”

“Siamo stati noi”. A poche ore dall’appello del leader dell’ISIL a colpire la Turchia, l’agenzia stampa del sedicente Stato Islamico imputa al gruppo jihadista l’attentato suicida a Diyarbakir.


La rivendicazione confermata su Twitter da SITE Intel Group, sito statunitense specializzato nel monitorare le attività jihadiste

“Dei combattenti hanno fatto esplodere un veicolo riempito d’esplosivo davanti a una stazione di polizia”, ha comunicato l’Amaq, due giorni dopo l’invito di Abou Bakr al-Baghdadi a colpire la Turchia.

Ankara e stampa filo-governativa: “Attentato del PKK

L’attentato di Diyarbakir, principale città del sud-est a maggioranza curda, era stato in giornata imputato da Ankara al PKK. Citando il governatore regionale, testate turche vicine al governo si erano spinte a parlare di “rivendicazione” del Partito dei Lavoratori Curdi, a cui più tardi lo stesso primo ministro Binali Yildirim aveva attribuito l’attacco.

L’ultimo bilancio diffuso delle autorità ammonta a 9 morti, di cui due agenti di polizia, e oltre 100 feriti. L’esplosione è avvenuta alle prime ore del mattino di venerdì in prossimità del commissariato in cui erano stati fatti convergere diversi leader del partito pro-curdo HDP, arrestati nel corso della notte.