Più di 10.
Più di 10.600 arresti, 11.000 passaporti revocati, oltre 50.000 funzionari pubblici sospesi: una settimana dopo il tentato golpe in Turchia le cifre dell’immensa retata fanno pensare a una presa di potere totale da parte del presidente. Ma Erdogan, nell’occasione in cui incontra i parlamentari per la prima volta dopo i fatti di venerdì 15 luglio, respinge le accuse:
“Mostreremo al mondo intero, attraverso il nostro Ministero degli Esteri, i video di quei fatti. Manderemo video e immagini in diversi posti. E dopo averli visti, spero che non definiscano più con superficialità
il governo e il presidente eletto dai cittadini come una dittatura”.
Erdogan, come in precedenza il primo ministro Yildirim, ha detto che la popolazione dovrà continuare a occupare le piazze fino a nuovo ordine: il governo si dice convinto che i golpisti possano riprovarci, perché godrebbero di una rete di appoggi particolarmente estesa. Questo evidentemente giustificherebbe l’imponente ondata di arresti i corso.