Doping, ecco come la Russia manipolava i test

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Di Debora Gandini
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"Doping di stato". Per la Russia uno scandalo che va ben oltre Sochi

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“Doping di stato”. Il rapporto Wada-McLaren punta il dito contro la Russia sollevando uno scandalo che va ben oltre Sochi.

Sono pesantissime le accuse contenute nel report prodotto e poi diffuso dal professore di diritto sportivo, il canadese Richard McLaren, già membro della Commissione indipendente dell’agenzia internazionale antidoping. Dal 2011 Mosca ha organizzato in territorio russo, oltre ai Giochi Olimpici invernali, i Mondiali di atletica nel 2013, quelli di scherma e di nuoto nel 2014 e 2015. Risultato: anche con la complicità dei servizi segreti la Russia ha barato per anni. Facendo dopare i suoi campioni.

“Il sistema è stato istituito dopo che le autorità russe avevano accertato che il medagliere della squadra olimpica a Vancouver nel 2010 fu deludente ed quindi fu istituito questo metodo fino ad agosto del 2015”, ha dichiarato il Prof. McLaren.

Fin qui tutto chiaro: ma come funzionava questo sistema? Semplice: distruzione, falsificazione o manipolazione dei test antidoping, tre metodi usati singolarmente o contemporaneamente. Un procedimento introdotto nel 2011 e usato fino ad agosto dello scorso anno.

In vista dei Giochi, l’atleta consegnava un campione di urina pulita per procedere alle verifiche sulla presenza di farmaci che migliorano le prestazioni agonistiche. Le autorità russe lo conservavano in un congelatore. Da qui si procedeva con il doping. Durante i Giochi l’atleta consegnava un campione di urina al funzionario del controllo- come da procedura standard. Ma le fiale venivano sotratte dal laboratorio di notte da un agente dell’FSB. I tappi di chiusura venivano rimossi, in modo da non rompere il sigillo, e l’urina contenuta e con tracce di farmaci sostituita con un campione pulito.

Dal rapporto emerge che tutto il sistema sportivo russo è stato coinvolto, primo tra tutti il settore dell’atletica e dei pesi, ma anche quello della lotta libera, della canoa, del ciclismo, del calcio e del pattinaggio. 312 i casi accertati. Un’escalation di uso di sostanze dopanti senza fine.

“Il mio lavoro, il mio mandato è stato quello di indagare e fornire un rapporto e di stabilire dei fatti certi. Non si volevano stabilire se ci fossero state o meno raccomandazioni, dichiara il Professore McLaren. Non ci sono raccomandazioni nella relazione. Tutte le informazioni che si trovano in questa relazione vogliono far conoscere cosa succedeva”, prosegue il Prof. McLaren.

Una doccia gelata per il Cremlino che ha subito reagito facendo sapere che tutti i dirigenti accusati saranno sospesi fino alla conclusione delle indagini. Ma per la Russia si profila l’esclusione da Rio 2016

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