Dal 2015 il numero di persone “scomparse” in Egitto è in aumento.
Dal 2015 il numero di persone “scomparse” in Egitto è in aumento.
Amnesty International ha pubblicato un rapporto in cui accusa Il Cairo di aver prelevato e torturato centinaia di studenti, attivisti politici, manifestanti, ma anche giovani ragazzi.
Secondo l’organizzazione che difende i diritti umani, le persone prelevate dalla polizia spariscono senza lasciare traccia. La maggior parte di loro sono sostenitori dell’ex presidente Mohammed Morsi.
Il rapporto è basato sul caso di 17 cittadini che sono stati rapiti e torturati e privati di qualsiasi contatto con avvocati e familiari.
“Sappiamo che in Egitto spariscono in media 3-4 persone al giorno. Le famiglie non ne sanno più nulla. Ma nelle prigioni sono sottoposti a torture”, dice il portavoce Riccardo Noury durante una manifestazione a Roma.
In alcuni casi la polizia è stata perseguita. Martedì scorso per esempio sei agenti sono stati condannati da 3 a 6 anni di carcere per aver torturato e ucciso un detenuto. Ma secondo Amnesty le torture sono in aumento da quando Al-Sisi ha preso il potere nel 2013.
Secondo il rapporto, alcune persone sono arrestate e vengono tenute in prigione sempre bendate e ammanettate. Alcune sono picchiate o subiscono altre violenze come l’elettrochoc.
In marzo, il Parlamento europeo ha criticato l’Egitto e ha parlato di mancanza di tutela dei diritti umani. Il mese prima era scoppiato il caso di Giulio Regeni, lo studente italiano scomparso al Cairo e ritrovato morto con il corpo che mostrava i segni di un’atroce tortura.
Il governo egiziano nega qualsiasi coinvolgimento nel caso Regeni. Il ministero degli Esteri sostiene che il rapporto di Amnesty è fatto sulla base di pregiudizi e ha una finalità politica. Accusa Amnesty di diffondere dati falsi.