I sostenitori dell’imam sciita, Moqtada al Sadr, hanno lasciato il parlamento di Baghdad, dopo l’irruzione incominciata sabato mattina. La rabbia era
I sostenitori dell’imam sciita, Moqtada al Sadr, hanno lasciato il parlamento di Baghdad, dopo l’irruzione incominciata sabato mattina.
La rabbia era esplosa, dopo due giorni di proteste, con l’ennesimo rinvio del voto di fiducia al nuovo governo tecnico proposto dal premier, anche lui sciita, Haider al Abadi. L’imam radicale chiede la fine del sistema di divisione del potere in quote e ha voluto dare una prova di forza.
“Tutti i ministri devono essere cambiati”, ha detto al Sadr. “I politici corrotti devono farsi da parte o il governo sarà travolto dalla gente, senza eccezioni. Sono qui oggi per rappresentare il popolo, solo il popolo e nessun altro – ha aggiunto l’imam radicale – Non dialogherò più con i politici, tranne con coloro che desiderano cambiare le cose. Altrimento aspetterò la rivolta popolare”.
Dopo l’irruzione in parlamento, le autorità avevano proclamato lo stato di emergenza. Segno di una crisi politica sull’orlo del precipizio che minaccia di mettere a repentaglio la mobilitazione contro l’Isil. Lo Stato islamico, nelle stesse ore, ha rivendicato l’attentato con un’autobomba in un mercato della capitale che ha provocato 23 vittime.
Hundreds of protesters storm Iraq's parliament https://t.co/Qv4hViFzUhpic.twitter.com/hAuVGC22L1
— The WorldPost (@TheWorldPost) 30 aprile 2016
Hundreds of supporters of Shia cleric Moqtada al-Sadr storm #Iraq parliament https://t.co/UpUtdEZefhpic.twitter.com/17zl29P0XZ
— Shibley Telhami (@ShibleyTelhami) 30 aprile 2016
Protesters inside #Iraq's #parliament demand out-rooting of corrupt ministers. pic.twitter.com/YJ3dqQeSMR
— Rudaw English (@RudawEnglish) 30 aprile 2016