La guerra in Siria nel 2011 gli ha fatto perdere la gamba destra, dove ora ha una protesi, ma non gli ha tolto la voglia di nuotare. Era il 2014
La guerra in Siria nel 2011 gli ha fatto perdere la gamba destra, dove ora ha una protesi, ma non gli ha tolto la voglia di nuotare. Era il 2014 quando Ibrahim Al-Hussein è arrivato in un gommone sull’isola greca di Samos. Ora il ventisettenne sta per realizzare il sogno di atleta spezzato dalle bombe: il 26 aprile porterà la fiamma olimpica ad Atene.
“Dopo venti anni sono riuscito a realizzare il mio desiderio. Ho sempre sognato di partecipare ai Giochi Olimpici. Ma oggi ho raggiunto un obiettivo ancora più grande, far parte della staffetta che porterà la torcia per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. È il simbolo della competizione, per me è un grande onore”, racconta Ibrahim Al-Hussein.
Sarà lui il tedoforo quando la torcia passerà in un campo-profughi nei pressi di Atene che ospita 1500 persone. La scelta di Ibrahim vuole essere un gesto simbolico e di solidarietà verso tutti i rifugiati. L’atleta paraolimpico incarna la speranza di una vita che ricomincia. Atene oggi è la sua nuova casa.
È da qui che riparte la sua storia.