Giulio Regeni: forse i tabulati telefoni dall'Egitto arriveranno

Il legale della famiglia ha riconosciuto alcuni indumenti di Giulio Regeni, ritratti nelle foto scattate sul luogo del ritrovamento del cadavere lungo la strada che collega Il Cairo ad Alessandria. Le foto erano state fatte dalla polizia egiziana e consegnate agli inquirenti italiani il 7 e 8 aprile.
Sul contenzioso fra Roma e Il Cairo, il capo della delegazione egiziana in visita a Strasburgo Ahmed Said, ha detto:
L’Italia è stata molto vicina all’Egitto dall’avvento di Al Sisi. Certo qui si chiede la verità e non la logica, ma da un punto di vista logico, perché avrebbero dovuto uccidere un italiano? In Egitto non abbiamo il precedente di torture ai visitatori dall’estero.
Ma l’eurodeputato italiano Gianni Pittella non è d’accordo. L’Italia ha già richiamato il prioprio ambasciatore al Cairo per consultazioni:
Chiedo che anche la Commissione europea, come ha fatto il governo italiano riconsideri i suoi rapporti con l’Egitto. L’Egitto è un partner economicamente e geo-strategicamente importante per l’Italia e per l’Europa ma questo non significa che l’Egitto può permettersi di non rispettare i diritti umani.
La procura di Roma sta preparando la rogatoria internazionale per chiedere alla autorità egiziane gli atti ritenuti indispensabili per far avanzare l’inchiesta. In particolare tabulati e celle telefoniche e i video delle telecamere nelle zone frequentate da Regeni il 25 gennaio,
giorno della sua scomparsa.