A Idomeni, la rabbia dei migranti, bloccati davanti alla frontiera macedone sigillata, sta diventando incontenibile. Il tentativo di distribuire
A Idomeni, la rabbia dei migranti, bloccati davanti alla frontiera macedone sigillata, sta diventando incontenibile.
Il tentativo di distribuire generi alimentari nella tendopoli è sfociato in una rissa e diversi giovani sono rimasti feriti.
La Grecia tenta di indirizzare gli stranieri verso centri d’accoglienza attrezzati in altre zone del Paese e circa 800 avrebbero accettato di lasciare il campo.
La disillusione dei rifugiati è espressa chiaramente dalle parole di Alì, siriano di Aleppo: “Siamo in Europa da 20 giorni. Sono in Europa, ma non trovo neanche un posto sicuro. Ora devo lottare contro la natura. In Siria combattiamo contro l’Isil, qui combattiamo contro la natura e penso sia peggio dell’Isil. L’Isil ha dei limiti, ma la natura non ha limiti.”
L’Unione europea e gli Stati Uniti valutano l’invio di aiuti straordinari alla Grecia per l’emergenza di Idomeni. E mentre Bruxelles cerca di concretizzare l’accordo con la Turchia per respingere i profughi (intesa che comunque non si applicherà a quelli già arrivati), la sottosegretaria di Stato americana Victoria Nuland ha constatato di persona le condizioni di estremo degrado nel campo.