Bombe e stallo politico per la Siria, mentre la data prevista inizialmente per l’avvio dei negoziati rischia di perdere senso. Al termine di tre ore
Bombe e stallo politico per la Siria, mentre la data prevista inizialmente per l’avvio dei negoziati rischia di perdere senso.
Al termine di tre ore di colloquio a Zurigo, John Kerry e Sergei Lavrov non sono riusciti a mettersi d’accordo sui gruppi che dovranno partecipare ai negoziati.
Il Ministro degli Esteri russo ha detto, al termine del colloquio, che Mosca e Washington sono d’accordo nel voler preservare l’integrità territoriale della Siria.
D’accordo anche nell’auspicio di tempi e modi del negoziato:
“Speriamo che i negoziati inizino in un futuro prossimo, cioè questo mese. Siamo d’accordo sul fatto che una volta che sarà stato avviato il processo politico, si potrà anche iniziare a parlare di una tregua”.
Per la Russia però non ci dovrebbero essere Jaish al-Islam e Ahrar ash-Sham, organizzazioni che Mosca considera terroriste e Washington no.
Per il rappresentante delle opposizioni siriane, che era in Arabia Saudita, la posizione russa impedisce il negoziato:
“Ci deve essere un contesto chiaro. Ci deve essere un’agenda chiara perché funzionino i negoziati in vista di una transizione politica, e che non si vada lì giusto per chiacchierare e perdere tempo mentre la popolazione siriana muore di bombe e di fame. È inaccettabile, la Russia sta bloccando i negoziati, quindi non ci sono negoziati”.
Proprio a Ryadh è stata formata la delegazione dei negoziatori, guidata proprio da un membro di Jaish al-Islam, Mohammed Allouche.
Nelle stesse ore a Parigi si riunivano i ministri della Difesa dei sette Paesi occidentali impegnati nella coalizione a guida statunitense, che accusavano Mosca di bombardare i civili.