Queste immagini sono state girate nel nord della Siria, nelle terre in cui avuto inizio la crisi dei rifugiati. La coalizione guidata dagli Stati
Queste immagini sono state girate nel nord della Siria, nelle terre in cui avuto inizio la crisi dei rifugiati. La coalizione guidata dagli Stati Uniti bombarda quotidianamente le postazioni dello Stato Islamico che perde sempre più terreno. I combattenti curdi della Siria, noti come Unità di protezione del popolo (Ypg), hanno respinto con successo gli ultimi attacchi dei miliziani dell’Isil.
“L’Isil si sta indebolendo dopo la nostra recente offensiva a Al-Hawi, vicino al confine con l’Iraq. Si stanno ritirando in gran numero, l’era della loro distruzione è iniziata”, dice Lawand Rojava, un comandante curdo della YPG.
I civili sono in fuga da Raqqa, la prima grande città siriana a cadere nelle mani dello Stato Islamico. Qui è in atto un genocidio silenzioso denuncia un rifugiato siriano che racconta: “Hanno decapitato mio zio con la falsa accusa di essere una spia, non ci hanno fatto neanche avere il suo cadavere. Questa è la cosa più dura per me da accettare. Ogni giorno accusano i civili di essere ‘atei’ o ‘spie del regime’ , lo fanno solo per decapitarli. In migliaia sono stati uccisi”.
Le milizie curde nel giugno scorso hanno liberato la città di Kobane dall’assedio dei jihadisti. Nelle altre aree del nord della Siria lo Stato Islamico è ferito ma non a morte ed esercita il suo controllo in modo, se possibile, ancora più violento.