Si dimette la premier della Lettonia, paese europeo strategico per la minoranza russofona

La premier lettone Laimdota Straujuma si è dimessa, rimettendo il mandato nelle mani del presidente Raimonds Vejonis.
Le dimissioni sarebbero dovute a dissensi interni alla coalizione di centro-destra che guida il paese baltico da poco meno di due anni. La premier, alle prese con una legge finanziaria che prevede un aumento delle tasse, subisce le critiche del suo stesso campo da diverse settimane. Il passo indietro della prima donna eletta alla guida del governo lettone non dovrebbe portare a elezioni anticipate, ma all’indicazione di un nuovo primo ministro da parte delle forze al potere.
Un piccolo paese strategico
Le istanze europee guardano con interesse quanto accade in questo piccolo paese nordico di meno di due milioni e mezzo di abitanti. Membro della Nato e dell’Eurolandia, dopo essere stata a lungo nell’alveo dell’Unione sovietica, la Lettonia confina con la Russia e ha una forte minoranza russofona, organizzata politicamente e vicina alla posizioni di Mosca.
Da qui la sua importanza strategica e la linea aspramente anti-Putin dell’esecutivo, soprattutto dopo la secessione della Crimea, e la campagna per una più forte e visibile presenza dell’Alleanza atlantica come deterrente anti-russo.