A Molenbeek, in cerca di risposte

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Nel quartiere di Molenbeek, l’altra faccia della ricca Bruxelles sede del governo belga, dell’Unione europea e della Nato, il 25 per cento degli

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Nel quartiere di Molenbeek, l’altra faccia della ricca Bruxelles sede del governo belga, dell’Unione europea e della Nato, il 25 per cento degli abitanti è senza lavoro. E il tasso sale al 37% tra i giovani.
Ciò non giustifica, ma in parte spiega l’attrazione che messaggi radicali possono esercitare.

“Abaaoud rappresenta una forma di anticonformismo”,
afferma Olivier Vanderhaeghen, che per il comune si occupa del reinserimento sociale dei giovani in difficoltà, “simboleggia valori antisociali con cui i giovani si identificano, perché sono in conflitto con la società e percepiscono un’ingiustizia.”

Ma se un settore dell’ampia comunità musulmana della zona si è sentito messo da parte, Molenbeek non è sinonimo di violenza. Le madri del rione hanno scritto una lettera aperta al ministro dell’interno per ribadirlo e proporre una collaborazione.

“Volevamo cambiare un po’ l’immagine del luogo” spiega Mihaela Covaci. “Volevamo mostrare che c‘è molta diversità a Molenbeek, ci sono valori democratici e regole. Le donne si sforzano di educare i propri figli in modo corretto e cercano di dare loro delle opportunità per un futuro migliore.”

Si vuole evitare insomma, che dopo la disoccupazione e l’estremismo, il nuovo problema di Molenbeek sia di essere etichettato come il quartiere dei terroristi.

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