Abdullah II di Giordania: "Solo la Russia potrà risolvere la crisi siriana"

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Il sovrano in esclusiva a euronews: "Mosca è un attore chiave nella regione. È l'unica in grado di negoziare una soluzione politica"

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“Solo Mosca potrà far accettare a Damasco una soluzione politica”. Abdullah Secondo di Giordania parla in esclusiva a euronews dell’esplosiva situazione in Siria e dice: “L’impegno militare russo è un dato di fatto che va accettato. Ormai sono un attore chiave nella regione”. L’intervista integrale da mercoledì in Global Conversation.

Isabelle Kumar, euronews
“Molti siriani partono e se ne vanno in Europa, a causa della situazione nel loro paese. Ci sono però anche siriani che tornano in Patria, perché hanno perso la speranza. Non la preoccupa, di tanto in tanto, il fatto che, in questa crisi lei possa un giorno finirsi per trovare dal ‘lato sbagliato della Storia’?”

Abdullah II di Giordania
“Io vedo il bicchiere sempre mezzo pieno. Rispetto alle sfide che ci attendono, credo che la crisi dei rifugiati sia stata una sveglia salutare per tutti noi. Ci ha ricordato che dobbiamo migliorare il nostro coordinamento. E sempre a proposito di coordinamento, l’Europa sta soffrendo molto per la questione dei combattenti stranieri, i cosiddetti ‘foreign fighters’. È una questione su cui richiamiamo l’attenzione da due anni. Questa è a mio avviso una guerra globale. Una sorta di ‘terza guerra mondiale’. Per avere un approccio globale alla crisi siriana, dobbiamo affrontarla tutti insieme. E in quest’ottica, anche l’appoggio russo è da considerarsi un’opportunità”.

Isabelle Kumar
“In passato gli Stati Uniti avevano un peso considerevole nella regione. Lei ha appena parlato della Russia: ritiene che oggi sia un attore chiave?”.

Abdullah II di Giordania
“Negli ultimi 5 o 6 anni non ho smesso di dire che Mosca è un attore cruciale perché si possa arrivare a una soluzione politica in Siria. Soltanto la Russia può fornire agli uomini del regime di Assad la garanzia che non saranno spazzati via dagli assetti futuri. Ritengo peraltro che l’impegno militare russo in Siria sia ormai una realtà con cui si devono fare i conti. Come ho già detto: se i ‘foreign fighters’ costituiscono un grave problema per i paesi europei, ciò è doppiamente vero per la Russia. Ed è proprio perché per loro si tratta di un problema così grave devono impegnarsi direttamente nella lotta all’ISIL”.

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