Una campagna condizionata dalla violenza e dalla paura. È il giudizio espresso dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa
Una campagna condizionata dalla violenza e dalla paura. È il giudizio espresso dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) sulle elezioni in Turchia. Un giudizio condiviso dagli Stati Uniti: secondo la Casa Bianca la campagna di pressione sui media d’opposizione da parte del governo del Presidente Recep Tayyip Erdogan è stata cruciale.
“Sfortunatamente siamo giunti alla conclusione che questa campagna elettorale si è svolta in modo non equilibrato ed è stata caratterizzata da troppe violenze, da troppa paura. E la paura è nemica della democrazia, nemica della libertà di scelta” ha detto il capo della missione dell’assemblea parlamentare dell’Osce in Turchia, Andreas Gross.
Per l’Europa le critiche espresse nei confronti di un voto pesantemente influenzato dall’attentato del 10 ottobre (102 morti ad Ankara) e dal conflitto con i curdi sono il presupposto per constatare che la collaborazione con Ankara non può che continuare. Non fosse altro che per il ruolo chiave della Turchia nel quadro della lotta all’autoproclamato Stato Islamico in Siria e in Iraq. Washington dal canto suo ha deplorato la campagna di repressione nei confronti dei giornalisti e dei media condotta dall’Akp a ridosso del voto.