Siriani, afghani, iracheni. Sono tra i migliaia di profughi che dall’Ungheria cercano di raggiungere i confini con Austria e Germania. Molti scappano
Siriani, afghani, iracheni. Sono tra i migliaia di profughi che dall’Ungheria cercano di raggiungere i confini con Austria e Germania. Molti scappano dalle violenze dell’ISIL. Ci sono giovani, anziani e famiglie.
“Ogni giorno i miliziani del sedicente Stato Islamico emettono nuovi ordini e la situazione è terribile. Non avevo più un lavoro, nulla, eravamo costretti a vivere come volevano loro. Noi abbiamo le nostre usanze e un modello di vita che rifiuta la violenza. E poi a loro non interessa nulla delle nostre tradizioni religiose, ma questo non è la nostra vita”, racconta Raed Waleed Abdullah di Mosul.
Da Erbil a Mosul, la seconda città dell’Iraq, sono fuggiti in migliaia, compresi tutti i cristiani.
“Non potevamo più uscire per strada senza essere accompagnate da un uomo, non era sicuro, e se mio marito era al lavoro io dovevo restare chiusa in casa. Ci è stato anche proibito di andare a prendere i bambini a scuola da sole, dovevamo sempre essere accompagnate. Chi si rifiuta di obbedire veniva ucciso. Stanno facendo soffrire tantissime persone. E se resti non hai altra possibilità che obbedire alle loro leggi”, ci fa notare Hala Khalil, moglie di Raed.
Per questi profughi la speranza è ora riuscire a restare in Europa, ritornare a casa è diventato un sogno impossibile.