Come cambia la strategia francese contro la minaccia dell'Isil

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E’ nell’agosto 2014 che inzia la campagna di raid aerei contro il sedicente Stato Islamico. Colpendo le postazioni jihadiste in Iraq, Washington

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E’ nell’agosto 2014 che inzia la campagna di raid aerei contro il sedicente Stato Islamico. Colpendo le postazioni jihadiste in Iraq, Washington punta a tutelare gli interessi e il personale statunitense sul posto.

Alla missione partecipano tredici Paesi – e tra questi la Francia – nell’ambito di una coalizione che conta una ventina di nazioni, arabe e occidentali. Ognuna impone alle proprie forze aeree le regole di ingaggio che ritiene più opportune per indebolire il nemico comune.

I caccia-bombardieri francesi colpiscono esclusivamente in Iraq, accanto a quelli di Stati Uniti, Australia, Canada, Danimarca, Giordania, Paesi Bassi e Regno Unito. Parigi non partecipa alle operazioni in Siria.

Secondo il dipartimento di Stato americano, nell’ultimo anno sono stati effettuati 6.550 raid aerei. Di questi, più di 4.000 in Iraq.

I limiti di questa operazione sono risultati evidenti la scorsa primavera. Il 16 maggio, i jihadisti hanno preso la città irachena di Ramadi e, il 25 maggio, l’oasi di Palmyra, in Siria. I bombardamenti della coalizione arabo-occidentale non sono quindi bastati a fermare l’avanzata dell’Isil su entrambi i fronti del conflitto.

La Francia ha sempre motivato la sua decisione di non intervenire in Siria affermando che i raid aerei avrebbero finito con il rafforzare il presidente Bashar al Assad.

“Bachar al-Assad deve dimettersi, nell’interesse di tutti – diceva François Hollande nel 2012 – Chi afferma che solo il regime di Assad permetterà di evitare il caos, finirà per ritrovarsi con il regime più detestabile e con il caos”.

A suggerire all’Eliseo un cambio di strategia nella lotta contro i jihadisti concorrono ora ragioni di sicurezza interna. Il 2015 è iniziato con il doppio attentato alla redazione di Charlie Hebdo e in un supermarket kosher di Parigi. Due episodi che hanno inciso profondamente nella società francese.

Da ultimo, lo sventato attacco sul treno partito dall’Olanda ha rafforzato la convinzione che lo Stato Islamico sia fautore o ispiratore della maggior parte degli atti terroristici che minacciano la Francia e l’Europa.

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