In molti pare siano rimasti intrappolati nella stiva. A bordo forse più di 400 persone
Chi si è salvato la chiama ormai la “rotta della morte”: quel braccio di Mediterraneo tra Libia e Sicilia, che ancora una volta è tornato a inghiottire sogni e vite umane di chi inseguiva soltanto un domani migliore.
Circa 200 la stima azzardata dalle autorità libiche nella tarda serata di giovedì, dopo l’ennesima tragedia del mare. Altrettanti i migranti soccorsi al largo di Zuwara, città al confine con la Tunisia, nota come snodo per gli scafisti, ma a bordo dell’imbarcazione affondata si teme ve ne fossero più del doppio.
and if #Afghanistan doing so well, why have 60,000 left this yr? #Libya boats capsize off #Zuwara carrying hundreds http://t.co/V0GHZHibAm
— Ann Marlowe (@annmarlowe) 28 Agosto 2015
Dai centri di detenzione dove sono stati portati, i superstiti offrono alle telecamere storie di gratitudine e di ormai quotidiano orrore.
“La nostra imbarcazione è affondata – racconta uno di loro -. Era in pessime condizioni e in molti hanno perso la vita. Dio benedica la Guardia costiera libica che ci ha salvati. Eravamo stati costretti a imboccare questa rotta, che ormai chiamano la ‘rotta della morte’, la tomba del Meditterraneo”.
#Mediterranean: Today IT #CoastGuard & Swedish #Poseidon rescued 430 #migrants: nearly 50 bodies found on the boat pic.twitter.com/1zA2mvhbVo
— Sebastiano Cardi (@sebastianocardi) 26 Agosto 2015
Le testimonianze raccolte suggeriscono che in molti siano morti intrappolati nella stiva. Una sorte tristemente simile a quella delle 52 persone, poche ore prima trovate senza vita nella sala macchine di un’imbarcazione che aveva fatto naufragio nel Canale di Sicilia.
#Migranti, l'arrivo della nave Poseidon nel porto di #Palermo con a bordo i 571 sopravvissuti e le 52 vittime http://t.co/N4TgWfyWNx
— YouReporter (@YouReporter) 27 Agosto 2015