I familiari di 18 vittime fanno causa all'ex comandante dei guerriglieri filorussi
Nei giardini del parlamento di Camberra una targa ricorda le 39 vittime australiane del volo MH17. Ad un anno dall’abbattimento del Boeing della Malaysia Airlines sui cieli dell’Ucraina, la morte di 298 persone – in maggioranza olandesi – partite da Amsterdam e dirette a Kuala Lumpur per le vacanze, non ha ancora un colpevole.
La novità è la pubblicazione di questo video girato dopo l’incidente, ma le posizioni restano le stesse: per l’Occidente l’aereo è stato colpito da un missile terra-aria fornito da Mosca ai separatisti, per il Cremlino è stato abbattuto da un jet ucraino.
Un disaccordo che si rinnova con la proposta occidentale di istituire un tribunale internazionale all’Onu, definita “prematura e controproducente” da Vladimir Putin.
La relazione della commissione investigativa internazionale è attesa in ottobre, ma dagli Stati Uniti già parte un procedimento giudiziario: i familiari di 18 vittime chiedono un risarcimento equivalente a 826 milioni di euro al leader separatista filorusso, Igor Girkin.