L’accordo firmato da Iran e dai paesi del gruppo 5+1 entrerà in vigore nel giro di 3 mesi, una volta adottata la risoluzione dal Consiglio di
L’accordo firmato da Iran e dai paesi del gruppo 5+1 entrerà in vigore nel giro di 3 mesi, una volta adottata la risoluzione dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Salutato come epocale, l’accordo ha veramente l’importanza che gli viene attribuita, contribuirà a ridare stabilità al Medio Oriente dove l’Iran gioca un ruolo di primo piano?
Jon Alterman, Centro per gli studi strategici e internazionali:
“Aiuterà a gestire il problema che l’Iran poneva, quello sulla proliferazione nucleare. Sull’immediato non darà soluzioni a problemi che vanno dallo Yemen al Libano e alla Siria. Per citarne solo alcuni”.
In Arabia Saudita, grande alleato degli Stati Uniti, l’accordo è stato salutato ufficialmente con toni altisonanti, anche se Riad non nasconde i propri timori: l’intesa potrebbe rinforzare Teheran e i nemici dei sauditi nella regione.
Iran e Arabia Saudita, l’uno sciita e l’altro sunnita, consumano la propria rivalità apertamente sul terreno terzo dello Yemen, dove Riad conduce bombardamenti a tappeto contro la milizia degli Houti, emersa dalle bellicose tribù sciite dello Yemen settentrionale.
Ma non è un segreto che le due potenze si disputino l’egemonia nella regione medio orientale: Teheran sostiene le milizie sciite in Yemen e in Iraq, Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza e Bashar al Assad in Siria.
Quest’ultimo ha salutato, a sua volta, l’accordo sul nucleare iraniano e in un messaggio indirizzato all’ayatollah Khamenei chiede più sostegno alla Repubblica islamica, soprattutto per neutralizzare i ribelli, supportati dai sauditi, che cercano di scalzarlo.
In Iraq, Teheran sostiene le milizie sciite che combattono le milizie dell’Isis.
A Baghdad l’accordo è stato accolto positivamente dal governo sciita, meno enstusiamo ha dimostrato invece la minoranza sunnita.
L’intesa di Ginevra infine è stato accolta con grande scetticismo in Israele, che non crede che questo porrà un freno alle ambizioni nucleari di Teheran. Il premier Benjamin Netanyahu ribadisce quanto detto 3 anni fa all’assemblea generale dell’Onu: no a qualsiasi patto con l’Iran.