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Cina: a Pechino scatta il divieto di fumo in ristoranti e uffici

Cina: a Pechino scatta il divieto di fumo in ristoranti e uffici
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Di Salvatore Falco
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Pechino dichiara guerra alle sigarette. In tutti i luoghi pubblici al chiuso della capitale cinese, ristoranti e uffici, autobus e metropolitane, le

Pechino dichiara guerra alle sigarette. In tutti i luoghi pubblici al chiuso della capitale cinese, ristoranti e uffici, autobus e metropolitane, le bionde sono state messe al bando.

Una ‘rivoluzione culturale’ in un Paese con 300 milioni di fumatori e dove oltre 1 milione muore ogni anno per malattie legate al fumo.

“Il divieto riguarda anche le aree riservate all’interno dei ristoranti – spiega Zhang Jianshu responsabile dell’Associazione per la Prevenzione e il Controllo del Tabacco – I camerieri non possono essere danneggiati dal fumo passivo. Dobbiamo proteggere il diritto alla salute di tutti i non fumatori”.

Un divieto che, sulla carta, esiste da anni in Cina, il maggiore produttore al mondo di sigarette. La novità è che a Pechino sono schierati migliaia di ispettori per far rispettare le nuove norme. Chi verrà beccato dovrà pagare un’ammenda di 200 yuan (circa 30 euro). Multe oltre i 1400 euro per gli esercizi commerciali che non faranno rispettare i divieti.

“Penso che sarà difficile applicare la legge – sostiene Chu Tieling, una giovane madre residente nella capitale cinese – È un bene evitare che i bambini aspirino il fumo passivo. Ma in tanti fumano da così molti anni che sarà difficile far rispettare questa decisione”.

La legge vieta anche la pubblicità del tabacco e impone che almeno la metà della superficie totale dei pacchetti di sigarette sia occupata da scritte che avvertono del pericolo per la salute. I nomi di coloro non rispetterà per più di tre volte i divieti verranno resi pubblici su un sito internet del governo.

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