A sette mesi dalle elezioni legislative in Portogallo, il clima elettorale si infiamma e vengono a galla i guai del primo ministro con il fisco
A sette mesi dalle elezioni legislative in Portogallo, il clima elettorale si infiamma e vengono a galla i guai del primo ministro con il fisco.
Ieri migliaia di persone hanno dimostrato nelle principali città del Paese, su invito della Confederazione Generale dei Lavoratori Portoghesi.
Chiedevano la fine dell’austerità ma anche le dimissioni del primo ministro conservatore Pedro Passos Coelho, accusato di aver evaso qualche migliaio di euro di contributi previdenziali.
“È vero che in passato mi è capitato di presentare le dichiarazioni dei redditi in ritardo – ha dovuto ammettere il premier – ed ho contratto debiti con la previdenza sociale, ma poi ho pagato tutto con mora ed interessi come qualunque cittadino.
Non ho più alcun debito con il fisco” assicura.
Eppure lo scandalo lo costringe in difesa.
In autunno si vota ed i sondaggi danno in vantaggio l’opposizione socialista che chiede la fine dell’austerità imposta da Passos Coelho sin dal 2011, che ha permesso a Lisbona di affrancarsi dalla tutela dei creditori internazionali, ma che ha contribuito a far impantanare il Paese nella peggiore recessione degli ultimi quarant’anni.