Era probabilmente disarmato il giovane ucciso da un poliziotto a Madison, capoluogo del Wisconsin, negli Stati Uniti. L’agente ha fatto irruzione
Era probabilmente disarmato il giovane ucciso da un poliziotto a Madison, capoluogo del Wisconsin, negli Stati Uniti. L’agente ha fatto irruzione nell’appartamento in cui viveva il diciannovenne afroamericano dopo aver ricevuto una chiamata in cui qualcuno denunciava rumori sospetti provenienti dall’abitazione.
Secondo il capo della polizia locale, la collutazione tra i due sarebbe risultata fatale al ragazzo.
Solo due giorni fa il Dipartimento di Giustizia aveva pubblicato un rapporto in cui condannava i comportamenti discriminatori della polizia di Ferguson (Missouri), dove ad agosto era stato ucciso un giovane nero. La città era diventata teatro di violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
L’uccisione avviene nel giorno del cinquantesimo anniversario della prima delle tre marce di Selma, in Alabama, giorno che viene ricordato come ‘Bloody Sunday’. Il 7 marzo del 1965 circa 600 attivisti capeggiati da Martin Luther King che manifestavano pacificamente per il diritto di voto dei neri furono caricati dalla polizia mentre attraversavano l’Edmund Pettus bridge. Le marce portarono all’approvazione del Voting rights act (la legge sul diritto di voto dei neri).
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Reliving Selma's "Bloody Sunday" before the 50th anniversary of the historic march #Selma50 — http://t.co/Us3BezLBjxpic.twitter.com/UuusvVGij1
— Newsweek (@Newsweek) March 6, 2015