Nelli Feroci, Ambasciatore italiano all'UE: "l'Europa ha bisogno di un sistema agile per gestire le crisi"

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Di Euronews
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euronews ha intervistato l’Ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, che rappresenta l’Italia nelle istituzioni europee. Abbiamo parlato dei temi piu’ attesi dopo la pausa estiva: la riforma della governance della zona euro, quella di Schenghen e quella ancor piu’ difficile dell’asilo.

Governance zona euro

Margherita Sforza:
Il summit europeo di fine luglio si è chiuso con un pacchetto di misure per l’emergenza Grecia ma anche con la proposta franco-tedesca di una nuova governance per la zona euro. Quali saranno gli elementi chiave di questa riforma?

Ferdinando Nelli Feroci:
L’accordo del 21 luglio è un accordo importante, migliore di quanto ci si aspettasse alla vigilia. C‘è stata una decisione sul pacchetto di assistenza finanziaria alla Grecia che comprende il convolgimento dei privati, ma soprattutto, vorrei sottolineare, un’importante decisione nel rafforzare e nel rendere piu’ articolate le possibilità di intervento per i paesi in difficoltà, il Fondo europeo di Stabilità Finanziaria, ESFS.

In prospettiva è stata avviata la riforma della crisis management nella zona euro. Immagino che si tratterà di rafforzare ulteriormente l’Eurogruppo, magari prevedendone un’istuzionalizzazione a livello dei capi di stato e di governo. Magari prevedendone un segretariato. E di definire meglio i rapporti tra Eurogruppo, Consiglio e Consiglio europeo.
L’Europa ha bisogno di un meccanismo agile di crisis management, per far fronte a crisi che saranno destinate a ripetersi nei prossimi mesi nell’area euro.

Un ministro delle finanze della zona euro

Margherita Sforza:
Nell’Eurogruppo, esiste già un Mister Euro, è il premier lussemburghese Jean Claude Junker. E’ possibile prevedere un ministro delle Finanze europeo?

Ferdinando Nelli Feroci:
L’idea è stata lanciata in Germania dal ministro Schauble. Credo realisticamente che non sia un’ipotesi per domani, ma indica un percorso sul quale sicuramente si puo’ concordare. L’idea di un rafforzamento dell’Eurogruppo che porti ad una migliore governance all’interno dell’Euro è una misura che si muove verso un maggior coordinamento delle politiche economiche e delle poltiche fiscali. In questo senso è un’idea che va incoraggiata.

Eurobond

Margherita Sforza:
Il fondo salva-stati, il fondo per la stabillità finanziaria per il momento ha una capacità insufficiente, gli eurobond potrebbero essere una una possibile evoluzione di questo fondo? E’ una possibilità sostenuta dall’Italia ma che fa paura alla Germania…………..

Ferdinando Nelli Feroci:
In effetti il termine evoca reazioni negative. Quindi io penso che sul piano politico non convenga tanto evocare la prospettiva degli Eurobond, quanto muoversi in una direzione che va verso la direzione degli Eurobond. Il rafforzamento dell’EFSF che si approvigiona sui mercati emettendo titoli che sono garantiti dai bilanci dei governi della zona euro, è qualcosa che assomiglia molto all’Eurobond senza che lo si possa chiamare cosi’, per evitare di urtare le note suscettibilità.

Immigrazione. La riforma della zona Schenghen

Margherita Sforza:
Dopo la tensione fra la Francia e l’Italia, in seguito al forte afflusso di immigrati, la Commissione ha annunciato una riforma della zona Schenghen che permetta agli stati di chiudere le frontiere temporanemente, in alcune circostanze eccezionali. Quali dovrebbero essere queste circostanze eccezionali?

Ferdinando Nelli Feroci:
La nostra posizione è stata molto chiara. Noi abbiamo detto si’ alla possibilità di introdurre questo meccanismo di salvaguardia purchè le condizioni e le circonstanze che facciano scattare la possibilità di uno stato di reintrodurre i controlli alle frontiere siano definite in maniera trasparente chiara e condivisa e soprattutto che tutto il meccanismo venga gestito dalla Commissione.

Vogliamo evitare che si creino situazioni di ambiguità che consentano eccessivi margini di discrezionalità per questo o quel paese che sarebbe tentato di introdurre surrettiziamente controlli alle frontiere interne. Vigileremo perchè il meccanismo sia trasparente e garantito dalla Commissione.

Il problema è di definire in maniera precisa e chiara circostanze diverse da quelle che comportano un rischio per l’ordine pubblico e per la sicurezza interna, che potrebbero essere anche afflussi massicci di immigrati irregolari o una defaillance strutturale di un paese che per motivi diversi non sia piu’ in grado di garantire un controllo delle frontiere esterne.

La riforma dello status di asilo

Margherita Sforza:
L’altra riforma in questo ambito molto attesa è quell’asilo, una riforma bloccata da anni. Ci sono progressi? Il Consiglio ha fatto una richiesta precisa alla Commissione, si puo’ sperare in una soluzione in tempi rapidi?

Ferdinando Nelli Feroci:
Vorrei dirle di si. Ma ho qualche dubbio. La materia è molto complessa. Si tratta di definire varie questioni, dall’individuazione del paese responsabile per l’esame delle domande di asilo all’armonizzazione delle condizioni minime di accoglienza alle procedure per le domande di asilo fino alle condizioni di permanenza e di soggiorno per le persone che hanno ottenuto uno status di protezione internazionale. E’ un lavoro complesso, procede con una certa fatica. La scadenza che ci siamo dati è quella del 2012, spero che riusciamo a rispettarla ma non sono molto sicuro che ce la faremo. Allo stato attuale del negoziato le difficoltà sono molto numerose.

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