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Il leader indigeno Marlon Vargas gesticola dopo una conferenza stampa

Video. Proteste per l'aumento del carburante gettano Ecuador in crisi politica

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Questo testo è stato tradotto con l'aiuto dell'intelligenza artificiale e originariamente pubblicato in inglese

L'Ecuador sta affrontando uno dei momenti politici più tesi degli ultimi anni, poiché le proteste contro la decisione del governo di tagliare i sussidi al diesel si prolungano per la terza settimana.

Le manifestazioni, guidate da autisti di autobus e agricoltori indigeni, hanno paralizzato parti del Paese e messo sotto crescente pressione il presidente Daniel Noboa affinché risponda.

I disordini sono iniziati dopo che Noboa ha eliminato il sussidio sul diesel il 12 settembre, aumentando i prezzi da $1,80 a $2,80 al gallone. La mossa ha profondamente colpito i settori agricolo, della pesca e dei trasporti, dove lavorano molti indigeni. Gli scontri tra manifestanti e forze di sicurezza hanno causato la morte di una persona, decine di feriti e più di 100 arresti.

In risposta, l'esercito ha schierato 5.000 soldati nella capitale, Quito, per prevenire ulteriori disordini dopo che i manifestanti avevano attaccato il corteo presidenziale all'inizio della settimana. Le proteste sono state più intense nelle province settentrionali, inclusa Imbabura, dove Noboa ha ottenuto la maggioranza nelle elezioni di aprile. Con il dialogo ancora non avviato, le tensioni rimangono alte mentre entrambe le parti si accusano a vicenda di aver intensificato la violenza.

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