La Georgia si prepara alle elezioni locali del 4 ottobre tra boicottaggi di parte dell’opposizione, proteste di piazza e accuse al partito al governo Sogno Georgiano di indebolire la democrazia
La Georgia si prepara alle urne per le elezioni locali di sabato in un clima segnato da forti tensioni politiche. Otto partiti di opposizione hanno deciso di boicottare il voto, accusando il partito al governo Sogno Georgiano di minare la democrazia e di avvicinare il Paese alla Russia.
Il boicottaggio arriva a un anno di distanza dalle elezioni parlamentari vinte dalla stessa formazione, e rischia di gettare ombre sulla legittimità del processo elettorale.
Boicottaggio e piazze in fermento
Sei degli otto partiti che hanno scelto di non partecipare avevano superato la soglia del 5 per cento nelle elezioni del 2024, spesso all’interno di coalizioni. Diverse forze civiche e movimenti pro-Ue hanno annunciato che non si presenteranno alle urne, preferendo convocare manifestazioni di piazza.
Alcuni organizzatori parlano apertamente di una “rivoluzione pacifica”, senza però chiarire le azioni concrete che intendono intraprendere. Paata Burchuladze, celebre cantante lirico e oggi attivista, ha dichiarato che il 4 ottobre segnerà “una svolta per la Georgia”, con un’assemblea popolare che vuole rappresentare la risposta al cosiddetto “arretramento democratico”.
La risposta del governo
Il primo ministro Irakli Kobakhidze ha criticato l’atteggiamento dell’opposizione, accusandola di voler trasformare il processo democratico in uno strumento di destabilizzazione.
In un articolo pubblicato su Euronews, ha ribadito che il governo punta a garantire crescita economica, investimenti sociali e stabilità regionale, insistendo sul fatto che il percorso di adesione all’Unione Europea rimane “costante e irreversibile”.
Un’opposizione divisa sul da farsi
Le divisioni interne al fronte anti-governativo appaiono profonde. Alcuni partiti rifiutano qualsiasi partecipazione al voto, altri sostengono che le elezioni restino un terreno utile per il cambiamento politico.
Il partito centrista Lelo-Strong Georgia, ad esempio, ha scelto di competere, candidando Irakli Kupradze a sindaco di Tbilisi insieme alla lista Gakharia per la Georgia. Kupradze ha invitato i cittadini a recarsi alle urne, avvertendo che una bassa affluenza consegnerebbe al governo un ulteriore strumento di legittimazione.
Secondo l’analisi del deputato socialdemocratico tedesco Tobias Cremer, la strategia mista dell’opposizione riflette una debolezza strutturale, accentuata da divisioni interne e dall’incertezza sugli esiti di eventuali manipolazioni elettorali.
Sogno Georgiano resta fiducioso
Nonostante le tensioni, il partito al potere si mostra sicuro. Il sindaco uscente di Tbilisi, Kakha Kaladze, candidato per un terzo mandato con Sogno Georgiano, ha dichiarato di sentire “ogni giorno il sostegno della popolazione”, sottolineando che la Georgia è governata dai propri cittadini e non da “agenti esterni”.
Le elezioni locali arrivano dopo quasi un anno di proteste contro la sospensione dei colloqui di adesione all’Ue, un contesto che ha visto arresti tra attivisti e oppositori, con crescenti preoccupazioni internazionali per la tenuta democratica del Paese.
Nessun monitoraggio Osce
Ad alimentare i dubbi sulla regolarità del voto c’è anche l’assenza di osservatori internazionali. L’Osce non monitorerà le elezioni municipali dopo che il governo ha inviato l’invito soltanto all’ultimo minuto, troppo tardi per permettere un dispiegamento efficace. Maria Telalian, direttrice dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, ha definito la scelta delle autorità georgiane una decisione che impedisce “un’osservazione significativa”.
Con un’opposizione spaccata, un governo fiducioso e piazze in fermento, le elezioni locali di sabato rappresentano per la Georgia non solo un test politico, ma anche un banco di prova sulla credibilità del suo percorso democratico ed europeo.