Dopo due decenni di controversie, la terapia ormonale per la menopausa torna al centro del dibattito scientifico. Un nuovo studio ne conferma l’efficacia e la sicurezza, mentre in Francia si preparano aggiornamenti ufficiali alle raccomandazioni mediche per il 2026
Per oltre vent’anni, la terapia ormonale sostitutiva (Tos) è stata al centro di controversie, in bilico tra benefici concreti e timori legati alla salute. Impiegata per contrastare i sintomi fisici e psicologici della menopausa — dalle vampate di calore agli sbalzi d’umore — ha rappresentato una svolta nella qualità della vita di migliaia di donne. Tuttavia, uno studio statunitense pubblicato nel 2002 ha compromesso la fiducia nel trattamento, collegandolo a un aumento del rischio di infarto, ictus e cancro al seno.
Quello studio, però, è oggi messo in discussione da molti esperti: il campione coinvolgeva donne in età avanzata, spesso obese o fumatrici, e sottoposte a formulazioni ormonali non in uso in Europa. Gli effetti collaterali rilevati non sarebbero dunque generalizzabili. Nonostante successive revisioni abbiano ridimensionato quei timori, l’impatto psicologico e mediatico è stato profondo, portando a un netto calo delle prescrizioni, soprattutto in Francia.
Una terapia efficace ma non per tutte
La Tos agisce reintegrando estrogeni e progesterone, ormoni che calano drasticamente con la menopausa. Secondo una recente revisione pubblicata sulla rivista americana Cell, la terapia resta l’unica realmente efficace contro i sintomi della menopausa e svolge anche un ruolo protettivo contro osteoporosi e malattie cardiovascolari.
Tuttavia, non è priva di controindicazioni. È sconsigliata in caso di patologie cardiache, storie personali o familiari di cancro al seno, precedenti ictus o problemi arteriosi. Il rischio di tumori aumenta principalmente con un utilizzo prolungato oltre i 10-15 anni.
Decisione condivisa e nuove raccomandazioni in arrivo
I medici sottolineano che la Tos non è un trattamento standard valido per tutte, ma una scelta da personalizzare, frutto di un dialogo tra la donna e il proprio medico curante. La storia clinica, lo stile di vita e i disturbi soggettivi devono guidare la decisione.
Intanto, in Francia, si attende un possibile punto di svolta: l’Alta Autorità per la Salute (Has) ha annunciato che rivedrà le raccomandazioni ufficiali entro l’inizio del 2026, aggiornandole per la prima volta in oltre vent’anni. L’obiettivo è fornire linee guida più aggiornate, fondate sulle evidenze più recenti e superare i pregiudizi legati a un trattamento spesso frainteso.
In un’epoca in cui la medicina cerca di essere sempre più su misura e informata, la rivalutazione della terapia ormonale in menopausa si presenta come un'opportunità: restituire alle donne una scelta consapevole, basata su dati aggiornati, superando paure ormai datate. Il 2026 potrebbe segnare una nuova fase per un trattamento che — tra luci e ombre — non ha mai davvero smesso di essere al centro della scena.