Secondo i dati dell'agenzia Onu, i casi di minori che hanno contratto il virus della poliomielite in contesti di vulnerabilità sono più che raddoppiati negli ultimi cinque anni. A Gaza interrotta la campagna vaccinale a causa dell'escalation di violenza, quasi 120mila bambini senza copertura
Il 24 ottobre si celebra la Giornata mondiale della poliomielite, malattia infettiva molto contagiosa che può causare gravi forme di paralisi e, nei casi peggiori, la morte. Secondo una nuova ricerca dell'Unicef, l'85 per cento dei bambini colpiti dalla polio vive in Paesi fragili o in guerra.
I casi di minori che hanno contratto il poliovirus in contesti di vulnerabilità sono più che raddoppiati negli ultimi cinque anni, mentre le vaccinazioni di routine nell'infanzia sono calate dal 75 al 70 per cento nell'ultimo anno, percentuale ben lontana dal 95 per cento necessario per garantire l'immunità comunitaria, come riportano i dati dell'organizzazione.
La malattia, pertanto, continua a prosperare nelle aree in cui la vita è più precaria e dove conflitti, disastri naturali, crisi umanitarie e altri fattori destabilizzanti rendono complicato l'accesso all'assistenza sanitaria di base.
"I bambini non affrontano solo bombe e proiettili, sono a rischio di malattie letali che non dovrebbero più esistere", ha dichiarato Catherine Russell, direttrice generale dell'Unicef. "In molti Paesi stiamo assistendo al collasso dei sistemi di assistenza sanitaria, alla distruzione di infrastrutture idriche e igieniche, allo sfollamento delle famiglie: ciò innesca una recrudescenza di malattie come la polio. I bambini rimangono paralizzati, non possono camminare, giocare o andare a scuola", ha aggiunto Russell.
Ad agosto il primo caso a Gaza da 25 anni
Nel 2023, sono stati registrati 541 casi di poliomielite tra i bambini in tutto il mondo, un numero destinato a crescere a fronte della crisi umanitaria in corso a Gaza.
Lo scorso luglio, nella Striscia erano state rilevate tracce del virus nelle fognature di Deir al Balah e Khan Younis. Un mese dopo un bambino palestinese di dieci mesi era rimasto paralizzato nella parte inferiore della gamba sinistra a causa della poliomielite di tipo due. Il caso, "il primo a Gaza negli ultimi 25 anni", come annunciato da Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha richiesto l'inizio di una campagna vaccinale di emergenza.
È di mercoledì la notizia del rinvio della secondo ciclo della campagna "a causa dell'escalation di violenza, degli intensi bombardamenti, degli ordini di sfollamento di massa e della mancanza di pause umanitarie garantite", hanno dichiarato Oms e Unicef.
Per fermare la trasmissione del virus sono necessarie almeno due dosi di vaccino per il novanta per cento dei bambini. Al momento, ancora in 119mila sono in attesa di vaccinazione. L'organizzazione in collaborazione con l'Oms ha raggiunto circa 600mila bambini al di sotto di 10 anni durante il primo ciclo della campagna di vaccinazione terminato a metà settembre.
L'importanza delle campagne vaccinali
Dopo le estese campagne vaccinali che a partire dagli anni Sessanta avevano eradicato nei Paesi occidentali una malattia che causava decine di migliaia di casi ogni anno, nel 1988 l'Oms aveva aderito all'iniziativa mondiale con l'obiettivo di eliminare la poliomielite in tutto il mondo. All'epoca, il contagio paralizzava dieci bambini ogni 15 minuti.
Una volta abbassata la guardia, il declino globale delle vaccinazioni nell'infanzia ha causato un incremento di epidemie di polio, anche in territori immuni da decenni. Attualmente, 15 dei 21 Paesi coinvolti in un conflitto combattono contro la polio, compresi Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sud Sudan e Yemen.
Negli ultimi mesi, l'Unicef e i suoi partner hanno intensificato le risposte all'emergenza. La Giornata mondiale della poliomielite è stata istituito dall'organizzazione Rotary international per commemorare la nascita di Jonas Salk, il virologo americano che ideò il primo vaccino antipolio nel 1955.